Mediazione

SIGNIFICANTE – mediazione

 Per quale motivo venne dunque Giovanni?

Per mostrare la via dell’umiltà

e cosi ridimensionare la presunzione dell’uomo

ed accrescere la gloria di Dio.

Venne dunque Giovanni:

un grande che presentava un altro più grande;

venne Giovanni, un personaggio a misura d’uomo.

(Agostino)

Tempo come storia è testimone del Suo venire. Quello fu l’unico vero e grande Avvento; il primo.

I nostri, minuscola sua riproposizione; annacquamenti della sua accesa tintura.

 “Prima che venisse la fede” (Gal 3,23a), cioè prima della Sua venuta. C’è un prima abitabile, atto “a preparare la via” (Ml 3,1a). La preparazione inficia il compimento.

 Noi, cultori del dopo, fatichiamo a comprendere quel prima. La storia, unica testimone significata da due tempi scissi, scossi, divisi irreversibilmente. Al centro, una parola immutabile: “io sono il Signore, non cambio” (Ml 3,6a).

 Il prima è mediazione del dopo. Due istanze, entità, momenti. Testamenti, così chiamati da noi; alleanze. Prima e nuova. Legate dal segno. Perché tutto fosse “uno in Cristo Gesù” (Gal 3,28b).

 Il Battista ha l’infausto compito di vivere a cavallo; sua vocazione è abitare il di-mezzo del tempo, tra il prima e il dopo. “Venne come testimone” del cambio di evo. Profeta del tra.

 Divenne “pedagogo” (Gal 3,24a), incarnando totalmente “la Legge” (Gal 3,24a). Si incarnò quale sintesi mirabile di tutto quanto era stato detto; immagine e segno di tutto quel prima. La tradizione lo chiama, a buona ragione, precursore; seppe correre avanti, nel dopo, pur facendo parte del prima.

 “Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me” (Gv 1,15b) fu il suo annuncio paradossale. Venne a preparare, quale “angelo dell’alleanza” (Ml 3,1b), un’altra venuta.

 Sua voce fu di Uno che doveva giungere – dopo – pur essendo prima-del-prima. Sua “testimonianza” (Gv 1,7b) fu mediare Il da-sempre.

 Avvento domanda un prima testimoniale e un dopo. Il Divino giunge per mediazione e mai per immediatezza. Il Battista ebbe il compito di dire all’uomo la sua preziosa possibilità: quella del tra.

 Noi, cultori del dopo, viviamo della gratuità del tempo postumo; non “più sotto un pedagogo” (Gal 3,25b). Ma, anche noi, abitiamo un tra non ancora realizzato; mediatori nella storia, preparatori di tempo.

 Nell’attesa della Sua venuta.

Alessandro