Santuario

La Storia

Dove ora sorge il Santuario della Beata Vergine Addolorata di Rho esisteva una piccola cappella dedicata alla Madonna della Neve. In questa, esisteva un affresco raffigurante la Pietà, databile ai primi del XVI secolo.

Il 24 aprile 1583 la Vergine che vi era raffigurata fu vista piangere lacrime di sangue da alcuni popolani rhodensi.

Dopo una accurata indagine l’Arcivescovo Carlo Borromeo volle la costruzione del Santuario a commemorazione del miracolo e come segno forte e tangibile a sostegno del culto mariano. Lo stesso arcivescovo pose personalmente la prima pietra della basilica il 6 marzo 1584, otto mesi prima della morte, dopo averne commissionato il progetto all’architetto Pellegrino Tibaldi, braccio destro nel rinnovamento dell’architettura ecclesiastica della diocesi nell’ambito della Controriforma.

Già nel 1586, alla presenza dell’arcivescovo Gaspare Visconti e di Federico Borromeo, il Santuario in costruzione fu aperto al culto traslando l’affresco del miracolo sull’Altare Maggiore, dove tutt’ora si trova.

L’edificio crebbe lentamente e fu sostanzialmente costruito entro il primo quarto del XVII secolo, mancando però ancora della cupola, del campanile e della facciata. Il 4 aprile 1755 il tempio fu consacrato dal Cardinal Giuseppe Pozzobonelli alla Regina dei Martiri. Su impulso dell’arcivescovo, figura molto legata al Santuario, fu avviato il completamento architettonico della basilica con la costruzione della cupola su progetto di Carlo Giuseppe Merlo, e del campanile progettato da Giulio Galliori, edificati nella corso della seconda metà del Settecento.

Dopo le soppressioni napoleoniche, rispettivamente del 1798 e del 1810, durante le quali figure provvidenziali furono le marchese Maria Lelia Talenti di Fiorenza vedova Castelli con la madre Maria Selvagina Doria, si portò a termine anche la facciata su progetto dell’architetto Leopold Pollack.

La decorazione delle cappelle laterali fu già avviata agli inizi del XVII secolo a spese di nobili famiglie del borgo e dei fabbricieri, tra cui le famiglie Simonetta, Crivelli, Visconti e Turri, riconoscibili dai rispettivi stemmi araldici e dalle sepolture di alcuni loro esponenti ai piedi degli altari. Il Seicento ha lasciato in Santuario splendide pale d’altare e grandiosi cicli di affreschi inseriti in ricchi apparati decorativi a stucchi dorati.

Per il completamento decorativo della basilica bisognerà attendere la seconda metà del XIX secolo, culminata con la solenne inaugurazione del 1895 alla presenza del Cardinal Andrea Ferrari.

Con il nuovo millennio sono stati avviati importanti lavori di restauro e valorizzazione del Santuario, con la realizzazione del nuovo impianto di illuminazione (2003), il restauro della cappella di San Giuseppe (2004), della cappella di San Carlo (2007) e di San Giorgio (2010), all’interno di un più generale programma di valorizzazione del complesso.

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