Lo strumento più antico risale al periodo di Carlo Brunelli (1702) e fu successivamente rimaneggiato e ampliato da Giovanni Battista Biroldi (1759-1763). Con la metà del XIX secolo si susseguirono Giovanni Brunelli (1856-1860), Enrico Carcano (1874-1876), Angelo Cavalli (1876-1877) e Pietro e Luigi Bernasconi (1895) fino a dare all’organo antico la forma attuale. All’ultimo restauro di Luigi Della Vedova (1953) seguì quello di Giovanni Tamburini (1972-1974), che arrivò a elettrificare lo strumento costruendo l’organo espressivo e aggiungendo parte della pedaliera. I lavori si conclusero con la collocazione della nuova consolle. Le splendide cantorie sono opera dell’intagliatore e scultore ligneo Benedetto Cazzaniga (1780), seguite dal magistrale intervento dell’indoratore Vincenzo Rossi (1790-1791).

Ammalorati da tempo, gli organi sono stati soggetti di un importante intervento di restauro, sia sulla parte strumentale che sulla parte decorativa in legno.

Il progetto, commissionato dai Padri Oblati, ha partecipato a un bando di valorizzazione dei beni culturali appartenenti a enti e istituzioni ecclesiastiche di Regione Lombardia, riuscendo a ottenere un contributo per finanziare i lavori, conclusi dalla ditta Colzani nell’autunno 2021 dopo un anno.

Gli organi sono collocati in due corpi, ai lati dell’altare maggiore, il Grand’Organo è situato in cornu Evangelii, mentre l’espressivo aggiunto da Tamburini e i primi due registri del pedale sono situati in cornu Epistolae. L’organo è a trasmissione elettrica, con una consolle a due tastiere di 61 note (Do1-Do6) posta nell’area del presbiterio. La pedaliera concavo-radiale è composta da 32 note (Do1-Sol3).

Comunicato stampa

Disposizione fonica degli organi del Santuario: