Capovolto

Sto pensando ad un modo un po’ originale per iniziare a mettere per iscritto le emozioni ed i pensieri che questo brano mi ha suscitato ma non riesco. Sono invaso e sommerso dalle sollecitazioni, dai ricordi, dagli appunti di anni di studio e mi domando: ma quello che penso e che provo è un movimento scaturito dalla Parola o sono manipolazioni indotte dal fiume di pensieri e di parole che ho dovuto leggere ed ascoltare ?
Provo a fare sintesi e mi ritorna in mente una parola: Capovolto.
Capovolto. 
Proprio così. Mi sembra chiaro che Gesù abbia capovolto l’ennesima situazione. Da che mondo è mondo la divinità viene servita. Viene riverita. Si chiede la sua protezione ed il suo favore con riti, liturgie, sacrifici, fioretti e chi più ne ha più ne metta. Più siamo bravi e servizievoli fino alla piaggeria, più il divino ci accorderà i suoi favori. Più rispetteremo riti e liturgie – per lo più create dagli uomini per potersi avvicinare al dio – più il dio sarà ben disposto e benevolo con noi. Non è forse così amici ? Ogni volta che qualcosa ci travolge, ci sconvolge o semplicemente non va come dovrebbe si ricorre al dio dispenser, quello della macchinetta in cui introduciamo – come monetine – catene, preghiere fino a introdurre catene di preghiere e restiamo puntualmente sconvolti se la vita va avanti normalmente. Quante volte mi arrivano richieste di preghiere per il nonno da operare al femore, per la mamma che deve fare un intervento, per la bimba malata…e così via. Sia chiaro nulla di sbagliato se nella preghiera ricordiamo chi è nella prova ma l’errore è quello di pensare che il dio dispenser deve fare quello che io, suo bravissimo e fedele servo, voglio che lui faccia. Quando rispondo : “ prego volentieri perché questa persona possa incontrare Gesù anche e magari soprattutto attraverso la prova..” mi sento guardato come uno che non ha capito cosa gli è stato chiesto. Può darsi che sia vero perché probabilmente ho capito il contrario.
Amico.
Gesù è venuto proprio per liberarci dalle gabbie della servitù anche liturgica e rituale, è venuto per ricordarci che Lui cerca con noi una relazione. Relazione vera basata sull’amicizia, sulla conoscenza, sulla frequentazione. Non basata sui risultati ma sulla voglia di stare insieme. Basata anche sulla rabbia, sulla delusione, sull’incomprensione, sulla fatica, sulle cadute e sui risollevamenti. Una relazione fatta di cose autentiche e non di incenso sparso in giro, di bei vestiti, di ruoli pomposi, di rigidità e regole. Gesù vuole semplicemente esserci amico. Con un amico possiamo litigare, discutere, separarci, ritrovarci, fare a pugni e mandarsi a….ma un amicizia è fatta di questo.
Lasciamoci allora capovolgere dall’amicizia di quel Dio che ci ha innalzato a livello di suoi amici perché con un amico si può parlare ad un servo si può solo ordinare.

Claudio