Molte persone si sono aggregate, si sono cementate attorno a questo luogo. Quale può essere uno strumento che può far diventare queste risorse che ci sono un’esperienza di comunione, un’esperienza di vita fraterna.
La confraternita c’entra non tanto sul piano del fare, ma dell’essere. La Confraternita è quello strumento che ci diamo per aiutarci a vivere la fede e a far diventare questo luogo un luogo di vita cristiana, di vita vera, di vita piena. E lo si può fare se tutte le persone di fede diventano sempre di più una cosa sola, diventano fratelli e sorelle, tendenzialmente amici. Anche perché è una fraternità che tende all’amicizia, la nostra fraternità in Cristo!
Lo scopo della Confraternita è far diventare questo Santuario non solo un luogo monumentale dove c’è un bel Santuario e una casa di esercizi, ma un luogo dove c’è la vita. E la vita è fatta non solo da noi Padri che abitiamo qui, ma dalla gente che frequenta e tiene questo luogo così come deve essere: un luogo di evangelizzazione, un luogo di bellezza, un luogo di accoglienza, un luogo di annuncio e di esperienza di fede. E tutto questo passa attraverso di noi, i nostri volti, le cose che facciamo, lo stile che ci diamo, la fraternità che c’è fra di noi. Uno deve entrare in questa casa, in questo Santuario e deve capire che c’è della gente che vive. Non siamo una parrocchia, ma avendo questa missione ancora più alta della parrocchia (questo è un luogo diocesano dove il Vescovo ha la sua sede, un luogo che è al servizio delle Parrocchie, del territorio), deve diventare un luogo paradigmatico, esemplare per la comunione che vive e per la passione di vita che ha attorno al Signore Gesù Cristo, al servizio del popolo santo e al servizio della missione per l’annuncio del Vangelo.
Quindi la Confraternita è un luogo dove, anzitutto noi che siamo qui, che costituiamo un po’ il nucleo incandescente della Confraternita perché sono rappresentati i vari settori, le varie risorse, ci mettiamo insieme proprio per aiutarci, per non dimenticarci mai il “per chi” siamo qui, il perché facciamo le cose e non perdere mai la motivazione ultima: è per il Signore Gesù Cristo, è per l’amore a Lui, per l’amore alla gente e a questo mondo che noi siamo qui! Quindi metterci insieme vuol dire aver un aiuto in più in questo.
La nostra vita spirituale, la nostra vita di fede è ciò che più ci sta a cuore, prima ancora dell’opera che facciamo. E’ importante crescere come discepoli di Gesù dentro questa fraternità che si vivrà nella semplicità. Non dobbiamo fare chissà che cosa, faremo le solite cose con semplicità e con l’aiuto di un “quaderno”, con un incontro, con un ritiro, con un pellegrinaggio e con tutto ciò che la fantasia dello Spirito ci suggerirà, impareremo a crescere insieme. E proprio per far questo la Confraternita suggerisce quella piccola regola di vita (il regolamento) che è un aiuto.
Quando San Benedetto si è messo insieme ad altri monaci per rivitalizzare la Chiesa, nell’epoca delle invasioni barbariche, si è dato una Regola: facciamo poche cose, ma le facciamo bene. E questo era il richiamo che li teneva insieme, così come il Regolamento della Confraternita. Ringrazio della disponibilità ciascuno di voi e, proprio perché è una Confraternita che richiede che ci sia un riferimento, abbiamo chiesto a Roberto di fare il Priore e a Gabriela di fare la Vice priora che sono il punto di riferimento per il coordinamento di tutto, in profonda comunione con la comunità dei Padri. Avete tutta la fiducia necessaria da parte della Comunità dei Padri. Ci auguriamo buon cammino!