SIGNIFICATO – mistero del tempio
La tradizione non consiste nel mantenere le ceneri
ma nel mantenere viva una fiamma.
(Jean Léon Jaurès)
“Come è scritto nella Legge” (Lc 2,23a). Si fatica a sciogliersi dai legami di una religio – come di un relegare – che smarrisce il significato.
Testimonianza perenne di come è preferibile rifugiarsi nel già-scritto, nel già-detto, sottraendosi all’evento. Il nuovo costa fatica intellettiva e, ancor di più, affezione.
Scontro ancestrale tra Tradizione e tradizionalismo. Quest’ultimo, quasi sempre, il vincitore.
Fare quello che si è sempre fatto è sempre garanzia di nulla; generatore di falso conforto in chi lo pratica. Abbiamo comunità ferme a questo (non)principio. Il più terribilmente anti-evangelico. Il più pericolosamente ateo.
Maria e Giuseppe, pur abitando il Mistero – tanto che “si stupivano delle cose che si dicevano di lui” (Lc 2,33b) – si muovono per convenzione di fede: “secondo la Legge di Mosè” (Lc 2,22b).
Il tempio di Gerusalemme è icona monolitica di stasi. Offre sicurezza al suo interno; le nostre chiese sono diventate luoghi di isolamento dal reale. Perdere il con-tatto è inevitabile.
La dimenticanza è possibile solo tra quattro mura. E paiono dimentichi che la Sua presentazione avvenne tempo prima; ma a loro. E’ la stessa ironia di molte nostre celebrazioni. E’ la dimenticanza di essere (s)oggetto di Lui, illudendoci di giocare al ruolo di protagonista.
E’ Simeone, “uomo giusto e pio” (Lc 2,25b), a rompere il sonno comodo di un’insignificanza tesa all’annullamento: “egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione” (Lc 2,34b).
In un attimo ritornano alla realtà dell’evento. Quel Bambino è destinato alla paradossalità. Egli, in-Sé, incarna il fuoco e al contempo acqua, “per fondere e purificare” (Ml 3,3a).
Fu la Sua epifania nel tempo, “diventando servitore dei circoncisi per mostrare la fedeltà di Dio” (Rm 15,8a). Credettero di compiere un atto di culto dovuto nel tempio ma stavano consacrando a Lui l’intera esistenza.
Fin da subito apparve chiaro che l’era del tempio era conclusa in quanto Egli inaugurava l’era del tempo, unico e vero tempio del Divino. La storia in toto venne a Lui legata indissolubilmente.
Alessandro
Epifania di tempo.