Pentecoste finalmente. Ci siamo adesso possiamo contare su un alleato potente sullo Spirito Santo, il paraclito, il consolatore, il grande sconosciuto.
Sconosciuto.
Già, delle tre figure della trinità è formalmente il meno noto. Meno noto perché il più discreto, il più silenzioso, il più rispettoso delle tre persone. Si perché seppure è Spirito è una persona vera, reale ed oggi io ne ho avuto la riprova.
Oggi ho versato lacrime per merito suo. Ero in un piatto dove non ti aspetteresti mai di incontrarlo ed invece Lui era lì con me e mi ha abbracciato, mi ha confortato, mi ha consolato. Negli occhi avevo lacrime ed il mio cuore era gonfio e Lui, attraverso Gaetano mi ha abbracciato.
Ero in galera durante il giro che purtroppo sempre raramente riesco a fare per incontrare degli amici. Si amici perché li in quel luogo io ha amici con la A maiuscola. Sono passato a salutare Vito e Gaetano due ergastolani che hanno negli occhi e nel cuore la vera libertà. Gaetano rientrava da un periodo di punizione trascorso in isolamento e mi ha raccontato una storia che vorrei condividere. Gaetano dalla sua cella d’isolamento ha trovato il suo angolo francescano. Infatti dalla sua grata vedeva l’esterno e vedeva un angolo del carcere che forse non tutti noi persone normali, circondate dalla bellezza del creato non avremmo nemmeno considerato. Gaetano vedeva il pollaio del carcere, un angolo con le galline, le tortore è un albero di gelso. E allora cosa c’è di bello in quell’angolo ? Niente per chi non ha occhi e cuore eppure…eppure me lo ha descritto con una sensibilità ed una intensità che mi hanno fatto sentire in imbarazzo. Un posto che noi avremmo sdegnato o guardato con una superficialità estreme e magari anche un po’ infastiditi dal continuò chiocciare delle galline eppure per lui abituato al grigiore della sua cella sicuramente più confortevole, lui ha visto in quel quadro là poesie e la bellezza che solo un cuore puro può notare. Mi ha commosso fino alle lacrime e poi mi ha abbracciato. Gaetano mi ha abbracciato per consolare me. Me abituato a far correre lo sguardo senza limiti su tutto quello che di bello offre questo mondo e che non sono più in grado di vedere.
Oggi ho riscoperto quello che Balthasar indica come la bellezza. La bellezza delle cose semplici quasi banali che però con gli occhi del cuore sononcolme dello Spirito del creatore.
Cuore.
Questo è un dono dello Spirito uno dei Suoi grandi doni che ha voluto elargire prima a Gaetano e poi attraverso lui a me. Oggi lo Spirito era presente in quella cella, forte, potente, consolatore e lo Spirito riempiva gli occhi, l’anima e il cuore di Gaetano e non poteva trattenerlo. Oggi siamo stati effuso da un dono superbo in un ambiente impensabile.
Ecco cosa è lo Spirito della Pentecoste. Lontano dalle chiese piene di uomini alle volte vuoti, la notano dall’incenso e dai paramenti lontano dai riti di una liturgia alle volte troppo cerimoniosa e lontana dai cuori. Oggi li si è ripetuto il gesto antico dell’effusione come quella dei discepoli nascosti e timorosi, spaventati da quello che era successo ed incapaci di capire e di credere. Oggi è stata Pentecoste.
Grazie Spirito Santo, grazie Gaetano per aver invaso il mio cuore ancora una volta.
Grazie per Vito e Gaetano per i loro occhi e per il loro cuore perché mi hanno riportato all’origine di quell’amore che solo lo Spirito sa esprimere.
Claudio