RICONOSCERE L’ATTESO

RICONOSCERE L’ATTESO – tutte le cose

Guardando nel suo Figlio con l’Amore

che l’uno e l’altro etternalmente spira,

lo primo e ineffabile Valore

 quanto per mente e per loco si gira

con tant’ordine fé, ch’esser non puote

sanza gustar di lui chi ciò rimira.

 Leva dunque, lettore, a l’alte rote

meco la vista, dritto a quella parte

dove l’un moto e l’altro si percuote;

 e lì comincia a vagheggiar ne l’arte

di quel maestro che dentro a sé l’ama,

tanto che mai da lei l’occhio non parte.

(Dante, Paradiso X,1-12)

Colui che giunge, stabilmente, “in mezzo a noi” (Gv 1,14b), è “immagine del Dio invisibile” (Col 1,15a). Sua icona. Il Verbo è icona del Divino. Il Verbo è il Divino; “il Verbo era Dio” (Gv 1,1c). E’ Lui stesso Dio.

E’ svelato, così, il senso definitivo alle cose; di tutte le cose. Viene – finalmente, abbiamo detto – per completare, per rabboccare. Quel Bimbo – sul quale gravano i destini tutti, i nostri – è primo; in ordine di tempo. E’ prima del tempo. E’ tempo. E’ eternità. Eternità divenuta storia. Una storia resa eterna.

In principio era il Verbo” (Gv 1,1a); da sempre Egli è. Solo in un secondo istante viene ma da sempre è Presenza. Colui che viene – squarciando la linea temporale – è da sempre. E’ il sempre.

Egli è “inizio della sua [del Padre] attività” (Pr 8,22a); “all’origine” (Pr 8,22b). E’ l’origine, generato prima di tutto. Prima di Lui niente, nulla. Egli è il “primogenito di tutta la creazione” (Col 1,15b) e “tutto è stato fatto per mezzo di lui” (Gv 1,3a). Siamo debitori del Verbo. La nostra esistenza è Sua. Il Suo esserci è il nostro.

Il modello che il Padre aveva innanzi era il Figlio; Suo Verbo, Sua Sapienza. L’opera di Creazione è opera di comunione. Siamo frutto di questa. Quel Bimbo è il modello di tutto. Di tutto. Di ogni cosa. Lui “Figlio del suo amore” (Col 1,13b).

Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui” (Col 1,16f). La storia – essa stessa cosa, creatura – è pertugiata essa stessa. Squarciata. Lacerata. L’infinito diviene finito; l’Eterno temporale; la Trascendenza immanenza. Dio (di)viene uomo.

Ecco la grande notizia all’uomo, la più grande; la più autorevole storia.

Ecco la storia, l’avvenimento.

Un Dio-uomo, questo l’asse portante, il centro di tutto. Viene come un nuovo inizio. E’ una nuova possibilità offerta. E’ un secondo inizio. E’ origine prima, ristabilita. L’umanità ha la sua possibilità. Nel principio; Lui “principio” (Col 1,18b). Per mezzo di lui.

Il Verbo, carnificandosi, assume del nostro. Diviene nostro compagno; cammina con noi. L’Autore – “in lui vita” (Gv 1,4a) – si manifesta. L’Artefice decide di implicarsi, totalmente. Carne per le carni; Vita per le vite.

Natale non è solo attesa di Colui che viene ma anche riconoscerLo per ciò che Egli realmente è: Dio. E’ riconoscere il Suo addentrarsi, il Suo venire, quasi “in borghese”, come opera prima. Il Suo arrivo è il giorno ottavo di Creazione.

E’ il ri-cordarci che in lui sono buone tutte le cose.

Alessandro