Festa della visitazione, festa dell’imprevedibilità dell’amore di Dio mediata, veicolata dall’imprevedibile comportamento di una donna.
Donna.
Ai tempi di Gesù la donna non aveva un ruolo giuridico e forse non aveva nemmeno un ruolo in quanto tale ma lo aveva come figlia di, come sorella di, come moglie di. Ai tempi del Maestro una donna che si muove da sola e si sposta in un altro villaggio appena alzata e pure con una certa fretta non doveva essere una signora di provata virtù, anzi forse aveva molto da nascondere e probabilmente nei migliori dei casi la avrebbero considerata “originale”. Maria però non sembra curarsi dei pensieri e delle abitudini correnti. Maria parte da sola, di mattina con una certa urgenza per andare da qualcuno. Maria la umile ragazza di 16 anni ( o giù di lì ) a cui Dio ha affidato un compito impensabile e a cui lei si è affidata in maniera altrettanto impensabile fa un gesto ancora una volta se non impensabile almeno audace. Esce da sola e parte.
“Beata incoscienza” mi viene da pensare o più maliziosamente “che carattere la ragazza” ha un progetto in mente e lo porta avanti senza nessuna paura. Nello stesso modo mi viene da pensare ma Dio in che mani, anzi in che pancia hai messo Tuo figlio? Invece di stare a casa a farsi coccolare un po’ questa prende a va ad aiutare una donna che in teoria avrebbe dovuto lei aiutare Maria…
Ce ne era effettivamente bisogno? Le due donne dovevano per forza incontrarsi?
Ma…ho imparato per esperienza che mettersi in mezzo ai piani di due donne non è proprio la decisione più brillante che puoi prendere è così penso lo abbia pensato anche Giuseppe.
Oltre la donna.
Ma oltre al tenermi fuori dal pensiero femminile di due donne per lo più gravide, mi piace leggere questa esigenza di incontro come colpa di Dio. Dio che sta assumendo forma umana nel ventre di Maria ma che ha comunque già una sua caratteristica che poi porterà avanti per tutta la vita…vuole andare incontro all’uomo sempre e comunque. Il Figlio di Dio vuole incontrare quel suo parente che sarà poi il suo precursore, anche lui non molto registrato, lo vuole amare da subito. Nel ventre di Elisabetta e in quello di Maria avviene l’incontro tra Gesù e Giovanni tra il figlio dell’uomo e tra il più grande fra i figli di uomo ma questo non è un incontro tra re, ma un incontro che ha per mediatrici due donne, due mamme. Due persone che hanno in comune la fede e la follia, due persone che contano poco nella misura dell’uomo, due donne che forse non potevano n meno essere incinta una per età e l’altra per età e situazione ma che fidandosi follemente dell’amore di Dio sono ora faccia a faccia a sostenersi reciprocamente. Donne coraggiose, imprudenti fuori dai luoghi comuni. Donne stupende che sanno veicolare l’amore del Padre come solo una donna sa fare…in maniera totale anzi mi verrebbe da dire…viscerale.
Claudio