La guarigione del paralitico

La grazia del perdono e della guarigione

2 agosto 2020  
IX DOPO PENTECOSTE (A)  
Marco 2, 1-12

1. Una fede che si fa carico degli altri

Gesù sta ritornando a Cafarnao. Si riunisce molta gente davanti alla porta di casa. Lui accoglie tutti e comincia ad insegnare: parlare di Dio, era ciò che Gesù faceva di più. Giunge un paralitico, portato da quattro persone. Gesù è la loro unica speranza. Non dubitano a salire sul tetto di quella povera casa: tolgono le tegole e calano quell’uomo, davanti a Gesù. Lui, vedendo la loro fede, dice al paralitico: I tuoi peccati ti sono perdonati. 

Questi grandi amici sono forti, fantasiosi, tenaci, creativi. Sono il suo magnifico ascensore, al punto che strappano l’ammirazione del Maestro: vista la loro fede (non quella del paralitico!). La solidarietà degli amici ottiene al paralitico il perdono dei peccati. Gesù è ammirato da una fede che si fa carico, con intelligenza operosa, del dolore e della speranza di un altro: una fede che non prende su di sé i problemi d’altri non è vera fede. Non si è cristiani solo per se stessi; siamo chiamati a portare uomini e speranze, a credere anche se altri non credono; a essere leali anche se altri non lo sono, a sognare anche per chi non sa più farlo. 

2. Gesù si fa carico dei (nostri) peccati

«Sei perdonato». Immaginarsi la sorpresa, o forse la delusione del paralitico. Sente parole che non si aspettava. Lui, come tutti i malati, desidera la guarigione, un corpo che non lo tradisca più. Invece si sente di essere perdonato da tutti i suoi peccati! In quel tempo, la gente pensava che i difetti fisici (come la paralisi) fossero un castigo di Dio per qualche peccato commesso. I dottori insegnavano che la persona rimaneva impura e quindi non poteva avvicinarsi a Dio. Per questo i malati, i poveri, i paralitici si sentivano rifiutati da Dio! 

Ma Gesù non pensava così. Quella fede così grande, era un segno evidente del fatto che il paralitico era accolto da Dio. Per questo, lui dichiara: “I tuoi peccati ti sono perdonati!”. Con questa affermazione Gesù nega che la paralisi sia un castigo dovuto al peccato dell’uomo.

3. La grazia del perdono e della guarigione

Perdonare è nel Vangelo è un verbo di moto: si usa per la nave che salpa, la carovana che si rimette in marcia, l’uccello che spicca il volo, la freccia liberata nell’aria. Il perdono di Cristo non è un colpo di spugna sul passato, è un colpo di vento nelle vele, per il mare futuro; è un colpo di verticalità, se si può dire così, per ogni uomo immobile nella sua barella. 

Il peccato invece blocca la vita, come per Adamo che dopo il frutto proibito si nasconde, per paura. È come una paralisi nelle relazioni, una contrazione, un irrigidimento, una riduzione del vivere. ‘Sei perdonato’: senza merito, senza espiazione, senza condizioni. Una doppia bestemmia, secondo i farisei. L’affermazione di Gesù era contraria al catechismo dell’epoca, non andava d’accordo con l’idea che loro avevano di Dio. Perciò reagiscono e accusano, sostenendo che ‘Dio solo può perdonare i peccati‘.

E c’era ancora un altro motivo che li spingeva a criticare Gesù. Loro avranno pensato: ‘Se fosse vero ciò che questo Gesù dice, noi perderemo il nostro potere, la nostra fonte di reddito’. Guarendo, Gesù mostra che anche lui ha il potere di perdonare i peccati. Siccome percepisce la critica, per mostrare che aveva potere di perdonare i peccati, in nome di Dio, guarì quell’uomo

E così attraverso un miracolo insegnò che la paralisi dell’uomo non era un castigo di Dio, e mostrò che la fede dei poveri è una prova che Dio li accoglie nel suo amore. Gesù per l’unica volta nel Vangelo dice apertamente il perché del suo miracolo: lega insieme perdono e guarigione, unisce corporale e spirituale, e rivela che Dio salva per la pura gioia di vedere un figlio camminare libero nel sole, perché la grazia è grazia, non merito/calcolo.

Tutti si meravigliarono e lodavano Dio. Dovremmo farlo anche noi: attingere alla meraviglia, sapersi incantare per questa divina forza ascensionale che ci risana dal male che contrae e inaridisce la vita, forza che la rende verticale e la incammina verso casa. Per sentieri nel sole. 

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don Erminio [ Santuario dell'Addolorata - Rho ]