Punti di vista

Volendo guardare questo brano dall’alto come se fossimo degli estranei spettatori Dio fa una figura a dir poco da tardo di cervello.
Dubbi. 
Non per sembrare irriverente ma non ci vuole molto a capire che in quella vigna qualcosa non va. Certo sarà bella e ben curata, rigogliosa e produttiva ma chi ci lavora non ha ben chiaro per chi lo sta facendo. I vignaioli sono talmente presi dalla vigna da dimenticare che questa non è loro; al contrario qualcuno verrà a chiederne il frutto e non farà certo una bella fine. Però quello che mi colpisce non è questo aspetto dell’essere umano che tende a possedere tutto soprattutto se bello, buono e produttivo. No quello che mi colpisce è la reazione del padrone. Visto come è andata la prima volta non ci vuole certo un genio per capire come finirà la seconda. Per evitare contestazioni forse bisognava mandare i soldati o, per fare la figura dei buoni, dei servi con la scorta pronta ad intervenire in caso di problemi. Invece no. Il padrone proprio non ci arriva e arriverà così a perdere anche il figlio. A questo punto il dubbio sulla sanità mentale del padrone non solo è lecito ma anche doveroso.
Punti di vista.
Affascinante o preoccupante questo modo di ragionare del padrone. Affascinante perché disvela l’amore che ha per la vigna; preoccupante perché non sembra curarsi della sicurezza dei suoi servi.
Mi fermo un attimo, rileggo e scopro che sono ancora io a pensare che non ho fatto lo sforzo di cambiare punto di vista sto ancora usando “ l’occhio umano “.
Dio, il Padre, ha evidentemente un altro punto di vista. Mette in crisi il mio, il nostro, basato sempre sull’uomo e sui suoi bisogni. Dio ribalta tutto. Non è più la necessità di riscuotere un profitto, il bisogno anzi.
Dio mette al centro l’uomo.
Si fida dell’uomo fino a passare per ingenuo, per tardo di cervello. Dio pensa che l’uomo abbia sempre diritto ad una seconda ed eventualmente terza chance e addirittura ne alza la posta perché alla fine, quando tutto è sempre più evidente, non manderà nemmeno allora i soldati ma invierà addirittura il figlio.
E che fine farà lo sappiamo tutti.
Eccolo il Dio capovolto, quello che crede che la sua creatura conservi sempre almeno una piccola parte di umanità; il Dio che non teme di sacrificare il figlio per amore dell’uomo. Questo è il padrone della vigna e per essere in comunione con Benedetto XVI la vigna non è altro che il mondo.
Ma noi il Suo punto di vista abbiamo mai provato ad esplorarlo ?
Noi che raramente concediamo una seconda chance a qualcuno e che più probabilmente non ce la concediamo nemmeno a noi stessi. Noi incapaci come siamo di accogliere l’uomo che sbaglia perché identifichiamo sempre l’uomo con il suo errore. Proviamo ogni tanto, amici, a sforzarci di cambiare il punto di vista come fa il padrone della vigna.
Rischioso sicuramente perché si rischia di capovolgere tutta la nostra esistenza.

Claudio